Città di Fermo

Città di Fermo

portale istituzionale del Comune di Fermo

Cenni storici

biblioteca-5

Le vicende della Biblioteca Comunale di Fermo si legano indissolubilmente alla vivace storia intellettuale della città. Istituita nel 1688, la raccolta civica nasce infatti nel pieno di quel periodo di massima fioritura politica e culturale che, destinato a protrarsi per tutto il Seicento, si inaugurò alla fine del XVI secolo, quando Felice Peretti, che era stato vescovo di Fermo per sette anni (dal 1571 al 1577), salito al soglio pontificio con il nome di Sisto V (1585), cominciò a beneficiare la cittadina con privilegi e prerogative sia ecclesiastiche che culturali. È del pontefice la bolla del 13 settembre 1585 con cui, dopo più di un secolo di scompiglio causato da guerre e faziosità, durante il quale numerosi furono i Fermani che si dovettero laureare in altri atenei, l'Università della città fu restaurata e vide fiorire «theologiam, utriusque juris prudentiam, ac medicinam, philosophiam, aliasque artes liberales». Fu sotto Sisto V che l'Ateneo visse la stagione più luminosa, benché la sua istituzione - o comunque il riconoscimento alla città di una particolare dignità culturale tale da giustificare il sorgere in essa di uno studium - risalisse assai più indietro nel tempo.

Solo tenendo davanti agli occhi il quadro della brillante e sprovincializzata vita culturale permessa alla città dal suo Studium si è in grado di capire quanto urgente dovette apparire, nel corso di quel secolo di fioritura delle Biblioteche pubbliche che fu in Europa il Seicento, il bisogno di dotare Fermo di una raccolta civica che potesse soddisfare le esigenze della gioventù studiosa: interprete di questa urgenza si fece il cardinale Decio Azzolino junior (1623-1689), fermano di origine, personaggio di respiro internazionale, consigliere della regina Cristina di Svezia, accorto politico e grande amante delle lettere. Alla liberalità del cardinale si lega l'episodio specifico che sancisce la nascita della Biblioteca civica: a proprie spese egli fece allestire, nel 1688, la Sala del Palazzo dei Priori fino ad allora impiegata per le rappresentazioni teatrali (oggi detta del Mappamondo) in modo conveniente, facendone una splendida sala destinata ad accogliere volumi.

Rispetto agli originari lasciti bibliografici di nobili famiglie patrizie, il patrimonio della Biblioteca civica si è arricchito notevolmente nel corso dei secoli successivi, grazie ad altre donazioni e ad acquisti oculati che hanno permesso la costituzione di quel prezioso fondo antico che fa sotto questo profilo della Comunale di Fermo una delle biblioteche più prestigiose e patrimonialmente rilevanti del centro Italia.

Il fondo più prestigioso della Biblioteca Comunale di Fermo è quello intitolato a Romolo Spezioli (1642-1723). La ricchezza della sua biblioteca si lega al ruolo che egli ebbe - in virtù della familiarità acquistata a Roma con il suo illustre concittadino Decio Azzolino junior - presso la corte della regina Cristina di Svezia, della quale fu medico personale alla corte di Roma. Già nel 1703, a quasi quindici anni dalla scomparsa di Cristina di Svezia e nel pieno della sua attività, egli fece intendere la propria volontà di donare alla città natale tutti i suoi libri, tanto di medicina quanto d'ogni altra materia: pose tuttavia, da uomo pratico qual era, la condizione che la Biblioteca civica venisse dotata di un bibliotecario, cosa alla quale il Consiglio dovette provvedere immediatamente, chiamando alla onorifica carica il giureconsulto fermano Nicola Cordella. L'impegno del primo bibliotecario fermano dette i suoi frutti, tant'è che lo Spezioli si sentì di compiere l'ennesimo atto di generosità nei confronti della ormai ben avviata Biblioteca civica, destinando ad essa - per volontà testamentaria resa nota un anno dopo la sua morte, avvenuta nel 1723 - tutti i libri ancora in suo possesso. È evidente che l'acquisizione delle collezioni del medico di Cristina costituì l'apice della storia della Biblioteca civica di Fermo; a seguito delle vicende ad essa connesse, che tanto lustro conferirono alla struttura, la consistenza dei fondi si stabilizzò, non essendoci stati fino ai primi dell'ottocento altri incrementi al di fuori di pochi acquisti ed alcuni scambi bibliografici.

Il XIX secolo, soprattutto dopo il 1860, segnò una ripresa delle acquisizioni, frutto delle circostanze e delle occasioni più diverse e grazie alla vivacità culturale dell'allora sindaco della città, Giuseppe Ignazio Trevisani. Il fondo più rilevante che nel corso dell'ottocento sia stato acquisito dalla Biblioteca è tuttavia quello dei fratelli Raffaele e Gaetano De Minicis. Le loro collezioni non erano soltanto librarie, ma di interesse archeologico, epigrafico, numisiuatico, artistico. Per intervento diretto del sindaco Trevisani, nel 1872 fu possibile alla città acquistare i circa 15.000 volumi della biblioteca di famiglia, nonché una parte delle raccolte archeologiche messe in vendita dagli eredi, sfuggita così - grazie all'acquisto - alla dispersione e conservata tuttora nell'Antiquarium comunale.

Di questi e di tutti gli altri incrementi patrimoniali lascia diretta testimonianza Filippo Raffaelli nella sua Relazione bibliografica ed artistica sulla Biblioteca, della quale egli divenne responsabile a partire dal 1872. Dalla fine dell'Ottocento la crescita del patrimonio della Biblioteca è proseguita senza battute d'arresto rilevanti, se non quelle imposte dai periodi bellici, legata a mirate politiche di acquisto e a nuove donazioni novecentesche, tra le quali annoveriamo le raccolte librarie Filoni, Maranesi e Gigliucci, alle quali deve aggiungersi - assai rilevante ai fini dell'incremento delle collezioni tra fine Ottocento ed inizi Novecento - l'acquisizione delle stampe e dei disegni di proprietà dell'architetto fermano Giovanni Battista Carducci (1806-1878), i quali oggi costituiscono la quasi totalità del ricco fondo speciale Stampe e Disegni della Biblioteca di Fermo. Le più recenti e rilevanti acquisizioni risalgono a circa un decennio fa con le biblioteche di Alvaro Valentini e Firmino Sifonia, che hanno ampliato il patrimonio della Biblioteca sia sul versante letterario che musicale.

Ad oggi il patrimonio della Biblioteca civica “Romolo Spezioli” è quantificable in circa 300.000 documenti.