Città di Fermo

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Convenzione con la Caritas. Attività di volontariato per migranti in Comune
Data pubblicazione : 06 settembre 2014
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Integrazione e formazione. Sono queste le parole chiave alla base della convenzione firmata dal Comune di Fermo e dalla Caritas per un periodo di volontariato formativo a favore dei rifugiati. Fuggiti da paesi in guerra e con alle spalle storie difficili di conflitti e vessazioni, i rifugiati, attualmente domiciliati presso il Seminario Arcivescovile di Fermo, saranno impiegati in diversi settori comunali.

“L’integrazione avverrà attraverso forme di volontariato volte a valorizzare le competenze formative di ognuno acquisite nel paese di origine – ha spiegato il Sindaco Nella Brambatti nel corso della presentazione della convenzione alla stampa – il loro inserimento sarà graduale e avverrà in diversi uffici e con differenti mansioni. Alla base della convenzione c’è l’importanza dello scambio con la comunità locale: potranno imparare mestieri e insegnare molto anche a noi”. Grande la soddisfazione del Prefetto di Fermo Angela Pagliuca che ha curato in prima persona l’accoglienza dei rifugiati: “E’ l’ultimo tassello di un percorso iniziato nel mese di marzo. Accogliere è un segno di civiltà verso persone che hanno alle spalle mesi di cammino e di sofferenza”. Il Prefetto ha ricordato il ruolo delle Prefetture nel territorio: “Abbiamo il polso della situazione: dopo che è arrivata la comunicazione del Ministero sul numero di migranti da accogliere ci siamo attivati immediatamente con gli enti e la Caritas. Tutto è andato nel migliore dei modi e non ci sono stati problemi particolari nel percorso di accoglienza. Bisogna però ridimensionare la paura degli italiani sui costi per l’accoglienza: abbiamo un budget per ogni migrante sulla base di un accordo con l’Unione Europea. Soldi che vengono spesi nel territorio in strutture anche private gestite da persone del posto. E anche nella convenzione siglata ieri non c’è alcun costo per il Comune”. Don Vinicio Albanesi, presidente della Fondazione Caritas in Veritate, ha ricordato i primi momenti di questo grande progetto di accoglienza: “Erano le 4 e 20 di un giovedì quando Prefetto e Arcivescovo mi hanno detto che erano arrivati in 40. L’ala ovest del Seminario era libera e li abbiamo subito ospitati: vestiti, docce, cibo. È una macchina che funziona. Quella dell’Amministrazione Comunale di Fermo è un’iniziativa nobile – ha sottolineato Don Vinicio – i ragazzi saranno inseriti nelle attività del Comune: è importante che loro apprendano. In tutto il territorio abbiamo registrato una grande generosità e per il futuro stiamo pensando ad impiegarli nell’agricoltura e nella zootecnia. Il mio augurio è che le persone li possano conoscere”. L’inserimento dei rifugiati in Comune sarà graduale, come rimarcato a più riprese dal Sindaco, e, per far sì che l’integrazione e l’apprendimento funzioni, ne arriveranno cinque al giorno per un totale di 13 persone già a partire dalla prossima settimana. Gli altri saranno inseriti successivamente. Gli  obiettivi della convenzione, firmata il 5 settembre con una durata di 18 mesi per singoli stage di 6 mesi 5 ore al giorno, sono: - Favorire attraverso il volontariato percorsi individualizzati di orientamento lavorativo e reinserimento sociale dei rifugiati - Sensibilizzare il territorio riguardo al fenomeno dei rifugiati - Promuovere iniziative di nuova accoglienza da parte degli abitanti del territorio fermano e delle autorità politiche e gestionali ai fini di un reale reinserimento di soggetti traumatizzati da crudeli eventi bellici - Responsabilizzare il rifugiato con esperienze formative - Promuovere interventi interattivi fra gli stessi rifugiati e la società civile La presentazione alla stampa della convenzione per le attività di volontariato formativo è stata anche l’occasione per portare alla luce una triste realtà che sta emergendo prepotentemente. “Ragazze di 23-24 anni arrivano in Italia obbligate e scelte nei paesi di origine per essere messe sulla strada – ha raccontato Don Vinicio - Davanti a loro hanno un futuro di sfruttamento e molti dollari in tasca. Dieci delle eritree arrivate a marzo dopo la prima accoglienza sono subito fuggite. Quattro le abbiamo rintracciate ma dopo poche settimane sono andate via anche loro”.

 

Fermo, 6 settembre  2014                                              

Ufficio Comunicazione

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