Città di Fermo

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La riduzione delle tasse per i cittadini attraverso l'estensione della differenziata
Data pubblicazione : 01 agosto 2014
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Innanzitutto voglio dire che l’intervento del Consigliere Ficcadenti è nello spirito giusto della differenziata. Questo è assolutamente positivo, perché l’obiettivo di estenderla a tutto il territorio è un obiettivo prioritario per la città, ed è importante che tutte le rappresentanze dei cittadini lo condividano, dopo che per anni l’indicatore di differenziazione a Fermo è rimasto inchiodato tra il 35 e il 38 per cento nel disinteresse generale.” Con queste parole l’Assessore all’ambiente Silenzi risponde alla proposta riguardante il compost e l’incidenza nella Tari.

Ora stiamo progredendo in maniera significativa, a maggio la percentuale raggiunta era del 45% circa, grazie all’estensione a Campiglione, Molini Girola e Casabianca.

Tuttavia gli obiettivi vanno perseguiti in modo che siano gestibili. In questi mesi siamo nella fase più difficile, perché sono applicati sistemi diversi, uno di raccolta indifferenziata tutti i giorni, ed uno di raccolta differenziata a giorni diversi. Viaggiano mezzi di diverso tipo, si devono rispettare orari diversi ed è tutto più complesso.

Sono convinto che l’individuazione del cittadino che conferisce e la pesatura dei rifiuti conferiti siano obiettivi a cui puntare, l’ho sostenuto dalle prime assemblee pubbliche a cui ho partecipato, quindi la proposta di Ficcadenti sfonda una porta già aperta. Ma applicarla ora, mentre alcuni quartieri ancora non differenziano, sarebbe ingestibile e non avrebbe l’utilità che in questo momento è necessaria. E’ come se un’insegnante elementare invece di elevare il livello di tutta la classe si dedicasse agli alunni che sembrano più promettenti, lasciando indietro gli altri. In realtà il massimo vantaggio per i cittadini in questa fase deriva dall’aumento della differenziata a livello generale di città, perché così si diminuisce la quantità di rifiuti conferiti in discarica e quindi i maggiori costi dei servizi che gravano sull’applicazione della Tari. Una tonnellata di rifiuti conferita in discarica ha un costo ed una tassazione regionale disincentivante. Lo stesso peso di rifiuto differenziato, carta o plastica o vetro, ha un costo azzerato, in quanto conferita almeno ai consorzi obbligatori, se non direttamente alle industrie che ne gestiscono il riuso.

Quindi proposta condivisa ma non applicabile ad oggi.

E’ così. Ripeto, è un obiettivo che condivido, dovremo arrivare a sistemi di conferimento attraverso una scheda o attraverso la raccolta di sacchi nei quali è stampato un codice che identifica il cittadino, così da pesare i rifiuti in tutte le componenti ed applicare la tassazione il più possibile in proporzione della parte non differenziata. Ma oggi è uno sforzo che comporterebbe difficoltà enormi di gestione senza produrre effetti adeguati.

Detto questo, rispetto a quanto argomentato da Ficcadenti è assolutamente necessaria una precisazione, perché altrimenti sembra che si voglia negare un vantaggio già previsto. La riduzione del 15% di cui parla Ficcadenti è prevista nel regolamento Tari, all’Art. 16, ma a condizione che i rifiuti speciali assimilati agli urbani – perché stiamo parlando di utenze non domestiche – siano effettivamente avviati al riciclo e la loro quantità sia superiore al 50% della quantità annua presunta di rifiuti prodotta da quella utenza. Se applicassimo la stessa misura alle utenze domestiche dovremmo verificare che l’umido compostabile rappresenti almeno il 50% dei rifiuti prodotti da una famiglia, condizione irrealizzabile. In un’impresa invece questo può avvenire, specie per le attività che trattano materiali di una tipologia e in grande quantità, potendole destinare al riciclo, quindi alla re-immissione nel ciclo produttivo.

Nessun trattamento di favore a vantaggio di singole categorie quindi.

Assolutamente no. Tanto più che il nuovo regolamento dei rifiuti serve a limitare il conferimento indifferenziato di rifiuti da parte di attività non domestiche, soprattutto in relazione alle quantità che un’attività può produrre. Attraverso il regolamento si determinano proprio tipologie e limiti di quantità entro i quali una ditta qualsiasi, attività produttiva o ristorante per fare due esempi opposti, può destinare alla raccolta che dà origine alla Tari. Se qualcuno supera la quantità massima ammessa è anche logico che gli si consenta di valorizzare la parte eccedente, o addirittura di ridurre la parte ricompresa nella raccolta generalizzata.

In conclusione spero che con Ficcadenti, con tutti i Consiglieri e con i cittadini, entro i primi mesi del prossimo anno potremo parlare di riutilizzo delle frazioni di rifiuti e di sgravi della tassazione locale per chi differenzia meglio o riutilizza, perché vorrà dire che abbiamo completato la copertura del sistema di raccolta differenziata e questi ragionamenti ci servirebbero a limare gli ultimi punti percentuali eventualmente rimanenti rispetto alla tanto agognata percentuale del 65%.

 

Matteo Silenzi

Assessore all’ambiente

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